Palermo – La maggioranza che amministra Palermo, composta da quelle stesse persone che si stanno ricandidando per proseguire nel governo della città, durante la seduta del Consiglio Comunale dello scorso giovedì ha impedito la bocciatura del raddoppio dell’addizionale Irpef per i cittadini di Palermo. Nonostante il tentativo dell’attuale Sindaco di chiedere la restituzione alla Giunta della proposta di delibera relativa alla variazione dell’aliquota di compartecipazione dell’addizionale comunale all’Irpef, ieri la proposta è stata bocciata dal Consiglio Comunale. “Sarà ora necessario per Palermo fare i conti con l’inevitabile default – dichiara Rita Barbera – e affrontare con determinazione il confronto con il Governo nazionale al fine di ridare dignità alla nostra città tenendo conto anche di una maggiore flessibilità e sostenibilità oggi più che mai necessarie”.
È evidente che questa mossa rappresenta l’ennesimo segno di debolezza dell’attuale amministrazione e, soprattutto, alimenta il pressapochismo con cui vuole risolvere i problemi mettendo le mani in tasca alle cittadine e ai cittadini palermitani, evitando così di affrontare alla radice i problemi. Appare ancor più evidente che a Palazzo delle Aquile non ci sia più una maggioranza degna di questo nome, viste le continue sfaldature e lacerazioni interne e non è sicuramente un caso che l’unico candidato che avvalora la scelta dell’attuale amministrazione sia Miceli, segno della sua continuità con Orlando e la sua Giunta. “Ritengo che questa vergognosa situazione – dichiara Rita Barbera – sia il colpo di coda di una stagione politica che una città come Palermo non merita. Non è giusto che, come al solito, il costo delle responsabilità politiche e amministrative sia scaricato sulle spalle delle palermitane e dei palermitani”. “C’è bisogno di una svolta radicale – continua Rita Barbera – che i partiti tradizionali non sono in grado di dare, impegnati più al mantenimento del loro status che non alla soluzione dei problemi da loro creati e che stanno lasciando in eredità a chi siederà dopo di loro sugli scranni del Palazzo di Città”.