A conclusione della conferenza programmatica del partito di Giorgia Meloni tenutasi a Milano nel weekend appena trascorso, nasce spontanea la formulazione di alcune considerazioni per non lasciare che parlino solo le foto dei 4500 partecipanti postate nelle rispettive pagine facebook o istagram. Una cosa sembra chiara: Fratelli d’Italia, pur riconoscendo e mai smentendo le radici ideologiche della destra tradizionale, vuole costruire una proposta “conservatrice” che collochi il partito nel palinsesto della destra politica internazionale e per farlo, a buon ragione, la Meloni ha compreso che sia necessario avere una squadra capace di prospettive più che di nostalgie. C’erano Ignazio La Russa, Guido Crosetto, Isabella Rauti ma anche il sociologo e politologo Luca Ricolfi; l’ex presidente di Confindustria Veneto Matteo Zoppas; Cesare Pozzi, docente di Economa dell’Impresa alla Luiss; Stefano Donnarumma, amministratore delegato e direttore generale di Terna; il diplomatico Stefano Pontecorvo; Alfredo Mantovano, ex magistrato e vicepresidente del centro studi Livatino; Paolo Del Debbio; Edoardo Sylos Labini, presidente dell’associazione “Culturaidentità”.
Per dare una forma concreta a quei punti programmatici che la futura leader del centro-destra ha voluto raccontare al MiCo di Milano, non può passare inosservata la partecipazione di alcuni tra gli intelletti d’Italia. Ci riferiamo in particolare a Giulio Tremonti, Marcello Pera, Carlo Nordio, Luca Ricolfi “autorevoli personalità che contribuiranno a una prima traccia per un programma di governo”, spiega la leader di FdI, per “farci trovare pronti con i contenuti, i programmi, la visione, la classe dirigente”. Fermarsi a riflettere su quale potrebbe essere il contributo operativo fornito sui temi centrali della conferenza (indipendenza, libertà e crescita) sarebbe una ragione in più per rassicurare gli italiani che la Destra non è a priori una componente politica pericolosa per la democrazia dell’Italia. Infatti, la 3 giorni della Meloni è rivolta ai 4500 sostenitori giunti da tutta la nazione ma parla a chi tra gli uomini e le donne italiane hanno “una convergenza di visione, di soluzioni e risposte da dare”. Si tratta di testimonial che hanno una prospettiva: “Sono personalità con le quali punto di continuare a lavorare. A che livello è presto a dirlo ma sicuramente a qualunque livello possibile”. All’indomani della convention ed in vista delle prossime Regionali ed Amministrative 2022 e delle Politiche 2023 si ha l’impressione di aver assistito alla prima tappa di una campagna elettorale che vuole “offrire alla Nazione la migliore proposta possibile” – conferma la Meloni – che, in questo caso, si rivolge soprattutto ai suoi alleati per ricordare loro che “nel centrodestra il partito che arriva primo fa la sua proposta per chi debba guidare il governo”.