Capo d’Orlando – Che si accetti o meno, l’azione di controllo della Corte dei Conti sta dando riscontro al lavoro di anni portato avanti dall’Operazione Verità sulla contabilità del comune di Capo d’Orlando. Dai primi resoconti fatti dalla Corte dei Conti sui documenti finanziari del comune paladino, infatti, sarebbe emersa una non corrispondenza con gli effettivi importi di alcune delle voci che compongono i bilanci. Da qui, secondo i 5 consiglieri di opposizione scaturirebbe la necessità di un riesame del “Bilancio di Previsione 2020/22” approvato nel dicembre 2020 e del “Rendiconto 2019” approvato dalla neo eletta maggioranza nello scorso dicembre 2021 in quanto i Fondi di Accantonamento sono risultati essere più consistenti di quanto indicato nei documenti già votati in consiglio comunale. Pertanto, è chiaro che vi siano delle grave discordanze che potrebbero configurare delle responsabilità in capo agli artefici politici ed amministrativi per tale infedele rappresentazione della situazione economico-finanziaria del comune paladino.
Di seguito il comunicato dei consiglieri Mangano, Gazia, Liotta, Truglio e Scafidi: “Coerentemente alla specchiata attività ispettiva di indirizzo e controllo, a seguito delle ultime contestazioni notificate dalla Corte dei Conti che confermano integralmente le perplessità dei consiglieri di opposizione Renato Carlo Mangano, Sandro Gazia, Linda Liotta, Felice Scafidi e Giuseppe Truglio, formalizzate con il voto sfavorevole sia alla proposta di deliberazione del “Bilancio di Previsione 2020/22” del dicembre 2020 che al “Rendiconto 2019” dello scorso dicembre 2021 noi consiglieri, nei prossimi giorni, chiederemo il Riesame dei richiamati documenti finanziari per le conseguenti determinazioni, stante che ormai è di palese evidenza che sono “infedeli e inveritieri”. Tutto ciò anche per scongiurare inevitabili responsabilità per amministratori, consiglieri e dirigenti degli uffici comunali.
Si confermano tempi lunghi per la definizione dei documenti finanziari non approdati in Consiglio Comunale e bloccati sulle scrivanie degli uffici impegnati a fare quadrare i conti, nonostante l’assistenza di una sempre più nutrita pletora di esperti.
Infatti, a verifica ancora in corso, sembrerebbe che il disavanzo abbia già superato i 30 milioni di euro, come testimoniano i ritardi del Collegio dei Revisori dei Conti e dell’ufficio ragioneria nel riscontrare i reiterati ed articolati solleciti del gruppo consiliare “CambiAmo Capo”.
Più passano i giorni e sempre più si avvicina l’orlo del precipizio per i cittadini orlandini in considerazione che i rilievi incontrovertibili della Corte dei Conti, a cura del magistrato istruttore dott. Massimo Giuseppe Urso, non lasciano margine di equivoco sulla superficialità dell’amministrazione Ingrillì e degli uffici competenti che hanno deliberatamente trascurato le norme che disciplinano l’istituzione dei “Fondi di Accantonamento” nei vari documenti finanziari a seguito dei numerosi Crediti di dubbia esigibilità, dei Contenziosi con i fornitori di beni e servizi e degli obbligatori adeguamenti contrattuali per i dipendenti comunali.
La temeraria gestione basata su fumose interpretazioni normative era finalizzata a poter continuare a spendere e spandere senza un’opportuna e reale copertura finanziaria poichè le somme sarebbero venute meno con i “Fondi di Accantonamento”, riducendone i margini di spesa e quindi rischiando di pregiudicare il proprio consenso politico. Sarebbe stato impossibile, però, rispettare la quadratura del bilancio senza violare le elementari norme che ogni amministratore ha l’obbligo di rispettare. Infatti, quei principi di veridicità, attendibilità, correttezza, prudenza e continuità nella elaborazione dei documenti contabili avrebbero dovuto guidare l’equilibrio di bilancio evitando di ricorrere ad accorciatoie o furberie”.