Capo d’Orlando – Ancora una volta il Maestro Ernesto Reale unisce la comunità orlandina. Ieri sera, in apertura dei lavori del Consiglio comunale, i gruppi di maggioranza e minoranza hanno condiviso la proposta dei consiglieri di “CambiAmo Capo” di intitolargli una struttura sportiva o comunque un bene comunale.Tante le ragioni per ricordarlo e farlo conoscere alle generazioni future.
Era l’uomo che incitava i giovani a non “Mollare mai”, nel rispetto di quei valori di sportività, lealtà, competizione e socializzazione per anni inculcati in coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo e di condividere con lui la passione per lo sport ed il calcio in particolare. La complessità del suo carattere e la forte personalità è stata sempre accompagnata da un indole di umiltà e mitezza che lo hanno reso empatico anche ai ragazzi più difficili. Anche nell’ambito culturale emerge la vivacità, la fantasia e la passione di un uomo libero da pregiudizi e proiettato nella Capo d’Orlando in espansione come punto di aggregazione e confronto, mai di divisione. I consigli di minoranza Renato Carlo Mangano, Sandro Gazia, Linda Liotta, Felice Scafidi e Giuseppe Truglio, nel ricordare il concittadino a poche settimane dalla sua morte, hanno inteso interpretare il sentimento dell’intera comunità orlandina, condiviso anche dal capo dell’amministrazione che nel suo intervento si è augurato altri “Ernesto Reale” per una società migliore. di seguito la nota integrale:
Signor Presidente, Colleghi consiglieri, signor Sindaco, assessori e dirigenti tutti.
Abbiamo chiesto d’intervenire ai sensi dell’art.32 comma 8 del “Regolamento per la disciplina delle adunanze e del funzionamento del Consiglio Comunale e dei Diritti e Doveri dei Consiglieri e del Presidente” e ciò in quanto, come è noto, nelle scorse settimane ci ha lasciato un figlio di questa terra, il “Maestro” Ernesto Reale.
Ernesto era un consigliere, un amico, un riferimento sul quale poter contare, e soprattutto un padre per chi non ce l’aveva più. Insomma, un maestro di vita che con la coerenza e l’esempio indirizzava le scelte importanti dei ragazzi del tempo. Sessant’anni fa si costruiva una comunità, ed incombeva l’onere di formare gli uomini del futuro, quelli che oggi dovrebbero a loro volta dare l’esempio con comportamenti rispettosi di quei valori civili e morali per una convivenza sana e pacifica, senza prevaricazioni tra classi sociali. La sua parola d’ordine era:
“Mollare mai”. Ed aggiungeva che suo obiettivo, prima ancora che insegnare a crossare, a stoppare un pallone ed a marcare un attaccante, fosse quello di abituare i ragazzi al sacrificio, a non abbattersi di fronte all’avversità per essere preparati ad affrontare gli ostacoli che la vita riserva.
Il nostro concittadino si è spento lo scorso 4 maggio all’età di 88 anni, ed è entrato a pieno titolo nella storia degli “immortali” del calcio Orlandino. Nato il 24 febbraio 1934, sin dai primi anni ’60 si dedicò alla formazione di giovani promesse del professionismo, senza emarginare i ragazzi che il calcio lo vivevano solo come una passione o uno svago. Il nome del Maestro Reale è indissolubilmente legato alle società sportive, Esperia prima e Orlandina calcio dopo. Dimostrò competenza e grandi doti di allenatore sin dai suoi esordi, durante le presidenze di Carlo Chisari e Peppe Ingrillì. E ben presto alcuni dei giocatori più talentuosi fecero carriera. Tra gli altri ricordiamo: Emanuele Curcio, il “furetto” dell’Orlandina, approdato in serie A con la Roma nella stagione 1973-74; Franco Ipsaro Passione, fortissimo stopper che ha indossato le maglie di Avellino, Pisa e Verona; il terzino Tortorici, aluntino di origine, difensore coriaceo, chiamato il “mastino”, approdò in Serie B col Como, trovandosi poi la strada sbarrata da un certo Marco Tardelli; Renato Oteri, difensore dal sinistro vellutato che giocò in serie C nel Legnano. Ernesto Reale è stato un educatore, prima di essere un allenatore, tutti serbano ricordi di intensi momenti condivisi col Maestro. Ernesto era conosciuto negli ambienti calcistici di tutta la Sicilia, ma non è questo l’aspetto principale per cui Lo vogliamo ricordare, interpretando i sentimenti di profonda stima nutriti nei suoi confronti da intere generazioni. Ernesto Reale era un valente impiegato dell’Ufficio di Registro a Sant’Agata Militello, serio e puntuale nell’adempimento del lavoro così come lo era nelle attività culturali curate per passione. Per molti anni fu corrispondente della “ Gazzetta del Sud” e de “La Tribuna”. Oltre ad occuparsi di cronaca sportiva, si dedicava a temi di ampio respiro culturale e spesso la sua firma appariva
sulla rivista “La Fiera Letteraria”, settimanale col quale collaboravano anche poeti della levatura di Giuseppe Ungaretti e Salvatore Quasimodo. Non sveliamo alcun segreto nel dire che Ernesto Reale era anche un fine cantore di versi. Bene, da questi pochi tratti emerge la complessità dell’animo e della mente dell’orlandino Reale, uomo dai molteplici interessi vissuti con mitezza e passione, tenacia ed impegno costante. Un uomo dalla personalità forte ed empatica, attraversata da fantasia e prospettiva che gli ha consentito da una parte d’individuare le potenzialità attitudinali dei giovani calciatori e dall’altra di abbandonarsi alle emozioni per dilettarsi a comporre brani poetici. Ernesto Reale è il “Maestro” per eccellenza. Non vi è contesto lavorativo, ricreativo, sportivo o culturale in cui egli non abbia saputo esprimere le sue doti umane.
Per quanto sopra esposto, chiediamo ai Colleghi consiglieri ed al Sindaco, assieme alla sua Giunta, di condividere la nostra proposta d’intitolare al “Maestro” Ernesto Reale una Struttura Sportiva, possibilmente cointestare lo Stadio “Ciccino Micale” che così assumerebbe la denominazione “Micale-Reale”, per trasmettere alle nuove generazioni quegli stessi valori di sportività, lealtà, competizione e socializzazione che per anni lo stesso ha inculcato in coloro che hanno avuto il privilegio di vivere con lui indimenticabili giornate.
Capo d’Orlando, 30 maggio 2021.
I consiglieri comunali Renato Carlo Mangano, Sandro Gazia, Teodolinda Liotta, Felice Scafidi, Giuseppe
Truglio.