Messina – Forse ancora per giorni si conteranno e riconteranno le schede in alcuni seggi elettorali di Messina, ma rimescolarle non cambierà il risultato per un Centrodestra cittadino che oggi ha le sembianze del “maravigghiatu da ‘rutta”, il pastorello “Meravigliato della grotta” presente nei presepi di tutto il mondo. Nel prossimo consiglio comunale messinese, però, più di uno saranno i “meravigliati” e quanto tempo sarà necessario al loro ridestarsi dalla meraviglia, non ci è dato sapere. Per adesso, gli occhi sono puntati sul premio di maggioranza che arricchirebbe di 4 consiglieri la maggioranza di Basile (da 16 passerebbero a 20), ma comunque vada a finire, premio sì o no, Federico Basile saprà far fruttare a pieno le sue qualità amministrative. Alle 9 di stamattina le sezioni scrutinate sono 240 su 253 e non sembrerebbero esserci sorprese ulteriori all’orizzonte per i “maravigghiati da ‘rutta”.

I giorni seguenti alle Amministrative, più che alle Regionali o alle Politiche, sono carichi per un verso di aspettative e per l’altro di analisi politiche, valutazioni su errori fatti e su visioni vincenti. Ma non è all’elettore che vogliano volgere la nostra attenzione. Il territorio messinese, provincia compresa, continua ad essere affetto da una Sindrome di Stoccolma dura a guarire, e forse, con il voto di domenica scorsa, si intravede uno spiraglio di guarigione; il forse è d’obbligo perchè un antidoto non esclude gli effetti collaterali che potrebbero affliggere comunque il malato. Il punto è che la gente, quella che ancora ha uno spiraglio di fiducia nelle istituzioni e si reca a votare, vuole scommettere su un progetto condiviso, non calato dall’alto della politica. Il binomio De Luca-Basile ha convinto di più, tanto da far scattare un voto disgiunto che è la consacrazione della sconfitta dei partiti storici. Fanno sorridere le dichiarazioni a caldo di deputati nazionali e regionali che plaudono. A Messina, i genovesiani sono in testa. La Lega messinese si è salvata per miracolo, solo per la sua lungimiranza, avendo fiutato il vento del cambiamento. I partiti come Forza Italia e Fratelli d’Italia sono sotto il 10%, quindi da soli dove dovrebbero andare? L’augurio è che i leaders dei partiti nazionali, con umiltà, ripartano mettendo da parte un’arroganza che non ripaga.

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