Si chiama “Mai più ghetti” la petizione online lanciata dalla Fai-Cisl sulla piattaforma~change.org. L’iniziativa serve a sostenere la mozione proposta all’attenzione dei parlamentari dalla Federazione agroalimentare cislina per impegnare il governo a superare definitivamente la politica delle baraccopoli. “I ghetti – ha detto Onofrio Rota, Segretario Generale della Fai-Cisl nazionale, durante il consiglio generale svolto oggi a Milazzo, in provincia di Messina – sono luoghi di dolore e sfruttamento, raccontano l’incapacità del nostro Paese di gestire l’immigrazione e incanalare forza lavoro nei circuiti della legalità, e invece per tanti anni sono stati legittimati, anzi, continuano a crescere: ora chiediamo alla politica una svolta”. Sono tanti i ghetti sparsi a macchia di leopardo in tutta Italia e censiti dalla Fai-Cisl nel documento “Atlante dei ghetti”, un lavoro di ricerca che raccoglie dati dalle strutture provinciali per mappare gli insediamenti informali in cui risiedono tanti operai agricoli. In Sicilia, il sindacato ha rilevato insediamenti in più province, da Paternò e Scordia fino a Campobello di Mazara. All’incontro di oggi ha partecipato anche il Segretario Generale della Cisl Luigi Sbarra, che con l’occasione ha firmato la petizione on line. Il sindacato invita cittadini e lavoratori a fare altrettanto. Tra i temi centrali del Consiglio Generale, la valorizzazione dei lavoratori agroalimentari, forestali e della bonifica per affrontare le conseguenze dei cambiamenti climatici: “Sono loro le tute verdi d’Italia, vere e proprie sentinelle del territorio – ha detto Rota – e perciò vanno messi in condizione di intervenire e incidere con buone pratiche e lungimiranza, altrimenti qualsiasi discorso pubblico su siccità, dissesto idrogeologico, incendi, tutela delle eccellenze alimentari, transizione ecologica, diventa astratta retorica: il nostro Paese deve uscire da una logica emergenziale, e il Pnrr potrebbe non essere sufficiente, sarebbe bene che il Governo intercetti ulteriori risorse, provenienti da altri fondi, sia nazionali che europei. Questo – ha spiegato Rota – è un discorso che vale ad esempio per gli invasi e il sistema irriguo: 880 milioni risultano inadeguati per affrontare la gestione idrica in maniera strutturale, così come tra gli investimenti complementari risultano insufficienti i 10 milioni sul comparto silvicoltura, dove è necessario investire sulla multifunzionalità del settore puntando su aspetti come la formazione dei lavoratori, ricambio generazionale, rilancio della filiera del legno, nuove piantumazioni, accordi di filiera, bioeconomia, produzione energetica”. Per il sindacato, è emerso durante i lavori, è fondamentale che i progetti del Pnrr siano partecipati e che vengano finanziati solo se garantiscono alcune condizionalità, come la qualità del lavoro, la formazione dei lavoratori, nuove assunzioni volte al ricambio generazionale, la sicurezza e salute in tutti i luoghi di lavoro, la concreta applicazione dei contratti nazionali e provinciali di settore. Al Consiglio Generale della Fai-Cisl nazionale sono intervenuti tra gli altri anche il Segretario Generale della Cisl Sicilia Sebastiano Cappuccio, il Segretario Generale della Cisl Messina Antonino Alibrandi, il Segretario Generale della Fai-Cisl Sicilia Adolfo Scotti, la Segretaria Generale della Fai-Cisl Messina Sabina Barresi, i presidenti nazionali di Inas, Ial e Caf Cisl, Gigi Petteni, Stefano Mastrovincenzo e Giovanna Ventura. Tra le novità emerse, la sigla di appositi protocolli di collaborazione tra Fai-Cisl e Inas, Ial e Caf per consolidare l’assistenza dei lavoratori e delle loro famiglie.

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