Palermo – Il neo governatore della Sicilia, Renato Schifani, prima d’incontrare le forze politiche per la definizione della giunta regionale e dopo il confronto ad Arcore con il Cav. Berlusconi manda dalla sua pagina FB un chiaro segnale di operatività all’insegna delle regole della politica: “Due ore trascorse insieme, piacevoli e ricche di spunti come sempre, dal mio presidente”. Aver sottolineato il tempo trascorso insieme a Silvio Berlusconi, capo assoluto di Forza Italia, è un voler rimarcare l’unità d’intenti e la condivisione dei criteri a cui farà riferimento nella composizione della giunta ed alla attribuzione delle rispettive deleghe. Intanto, tra gli addetti ai lavori, viene ripetuto il mantra che Schifani vuole “riaffermare il primato della politica”, e per farlo deve avviare l’iter dal principio che gli eletti deputati saranno preferiti a ricoprire cariche assessoriali ai non eletti, pur se questi ultimi hanno conseguito migliaia di preferenze all’interno delle cabine elettorali. Stabilite “le quote” dei vari partiti, quindi, Schifani metterà in atto quanto stabilito. La nuova legge regionale prevede che gli assessori giurino dopo l’insediamento del Parlamento, quindi dopo l’elezione del presidente dell’Ars, erede di quel Miccichè ancora in procinto di decidere se salpare per il Senato della Repubblica o rimanere in Sicilia, Terra “bisognosa”, si fa per dire, dell’incessante sua presenza. La fase odierna, pertanto, nelle stanze dei partiti di maggioranza, Forza Italia e Fratelli d’Italia in pole position, si caratterizzerà per l’individuazione degli assessori che ciascuna compagine politica proporrà al Governatore. Insomma, a noi elettori rimane adesso solo l’attesa e le scommesse sul toto-assessori, perchè con l’esercizio del diritto-dovere di voto si è adempiuta la nostra partecipazione alla vita democratica della Regione in cui viviamo. Toto-assessori e ripensamenti saranno gli unici protagonisti dei ragionamenti del popolo siciliano, forse già pentito dall’esito delle urne. E’ tardi per i mugugni: chi non ha votato subìsca; a chi ha vergato la scheda elettorale, con segni che l’hanno resa nulla oppure attribuendo la preferenza al singolo candidato, rimane la speranza di aver scelto bene, o semplicemente, il meno peggio. A tutti sovviene alla mente il famoso film “non ci resta che piangere”, sperando che la Sicilia sappia resistere alle infinite intemperie che da sempre l’hanno afflitta.

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