Scende il numero delle donne ministro nella squadra meloniana che stamattina presterà giuramento. Sono solo 6 le ministre a fronte dei 24 componenti il Consiglio dei Ministri presentato alla stampa dopo un mese dal risultato elettorale del 25 settembre, che corona il centrodestra a guidare il Paese. Come si può constatare, nei governi precedenti (Draghi su 23 ministri aveva 8 donne; nel Conte I le donne erano 11; nel Conte II erano 7 su 21 ministri) le donne erano maggiormente rappresentate. Le ministre del governo Meloni sono Eugenia Roccella alla Famiglia e natalità, Alessandra Locatelli alla Disabilità, Maria Elisabetta Casellati alle Riforme, Marina Elvira Calderone al Lavoro, Anna Maria Bernini all’Università e alla ricerca, Daniela Santanché al Turismo. Tutti ministeri che hanno potenzialità di incidere positivamente nel futuro dell’Italia. Lavoro, Riforme, Famiglia, Università, Turismo e disabilità: temi importanti che attraversano le vite di ciascuno. Su tutto, però, si erge una speranza, un sospiro carico di progettualità che si riporti dignità al popolo dei lavoratori italiani: “a capo della macchina governativa italiana una donna”. Rimbalzano sui canali social commenti a favore e/o contro questa realtà. Dalle opposizioni, che vedono la destra governativa come una minaccia, si sottovaluta la capacità delle donne di trasformare le cose, di programmare, di costruire un mondo migliore per le generazioni che verranno. Dalle forze di coalizione, sguardi di rassegnazione per aver dovuto passare il testimone della leadership ad una giovane donne. E’ il destino delle donne, quello di dover lavorare il triplo per dover dimostrare le proprie capacità nei campi in cui si è più in gamba, si è brave, si è lungimiranti. A questo destino non può esimersi neanche Giorgia Meloni, la prima donna Premier in 76 anni di Repubblica Italiana. Giorgia, che si voglia o meno, incarna esattamente la forza di tutte le migliaia di donne determinate e coraggiose che, nel corso della guerra prima e dal dopo guerra in poi, hanno lottato per farsi spazio in quel mondo di uomini che per secoli ha monopolizzato la linea di potere e governo. Oggi l’Italia ha 2 speranze a cui aggrapparsi: che si esca dalla crisi economico-sociale e dalla guerra in Ucraina e che questo miracolo lo faccia la donna scelta dal 26% dei cittadini italiani che il 25 settembre hanno esercitato il loro diritto/dovere di voto. Chi non ha potuto recarsi alle urne, o chi non ha voluto farlo, purtroppo o per fortuna, ha consegnato la Nazione Italiana alla politica conservatrice di Giorgia Meloni.