Roma – Pochi sorrisi a fronte della grande emozione inevitabilmente vissuta dalla neo premier Meloni. Da giorni la seguiamo nelle ceriminie che precedono l’insediamento a Palazzo Chigi e, finalmente ieri, in mezzo all’incredulità di chi ha sottovalutato la sua forte personalità, ha presieduto il primo Consiglio dei Ministri. La mattinata del suo primo giorno di lavoro è iniziata con il ‘presentat-arm’, nel cortile interno di Palazzo Chigi. La solita andatura femminile sicura, a cui si è abituati nel vederla incedere diretta e fiera, è apparsa a tratti leggermente dinoccolata, come se una spinta invisibile la dovesse incoraggiare ad andare senza tentennamenti, così come negli anni passati aveva saputo schivare i timori per le difficoltà incontrate nel perseguimento dei suoi obiettivi: presiedere il Consiglio dei Ministri, governare la Nazione, guidare il Paese fuori dalla crisi. In quell’incedere pregno di battaglie pensate e conquiste ottenute, attraversando il cortile governativo sul tappeto rosso e passando in rassegna i lancieri di Montebello, l’Aeronautica, la Marina militare, i Carabinieri e la Guardia di Finanza, Giorgia Meloni, prima donna a vivere quella cerimonia per 76 anni appannaggio di soli uomini, entra nell’immaginario dell’universo femminile. Da oggi, chi fra le ragazze italiane volesse puntare a ricoprire cariche prestigiose istituzionali, sa di poter avere una speranza di riuscirci. Certo, il prossimo passo per l’emancipazione femminile sarebbe ricoprire la carica di Presidente della Repubblica Italiana, ma molte tra le donne impegnate in politica si accontenterebbero di essere elette a sindaco in quelle città italiane in cui mai una donna, finora, è stata eletta Primo Cittadino. Quel primo ‘presentat-arm’ ad una giovane donna segna una nuova rivendicazione femminile, su questo non c’è alcun dubbio!

L.L.

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