“Antifascismo e Resistenza a 100 anni dalla marcia su Roma”: con la discussione su questo tema inizierà l’assemblea degli iscritti all’Anpi di Barcellona P.G., indetta per domenica 30 ottobre. La sezione “Lidia Brisca Menapace” dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia intende così riflettere sugli avvenimenti che portarono all’instaurazione del regime mussoliniano. Protagoniste di quella giornata furono le “camicie nere” e quella giornata verrà poi utilizzata dallo stesso regime come ricorrenza fondativa. In realtà si trattò d’un episodio tutt’altro che eroico: la marcia non incontrò opposizione alcuna, anzi fu favorita dalla decisione del re Vittorio Emanuele III di Savoia, il quale rifiutò di proclamare lo stato d’assedio, che avrebbe fermato i “marciatori”. Ventun anni dopo quella “gloriosa” giornata del ‘22 le “camicie nere” andarono incontro alla prova vera: il 10 luglio 1943 le truppe alleate anglo-americane sbarcavano in Sicilia, e avrebbero dovuto essere fermate sul “bagnasciuga” secondo la retorica mussoliniana. “The Blackshirts legions in Sicily simply melted away in front of the Allies”. Traducendo questo passo di due storici che scrivono per il pubblico americano, c’è la sintesi della riuscita delle “camicie nere”: le “legioni” in Sicilia semplicemente si squagliarono di fronte agli Alleati. E fecero pure bene, si potrebbe aggiungere. La loro diserzione contribuì a svelare l’auto-inganno del fascismo e di quanti c’avevano creduto: il 25 luglio cadeva Mussolini, che da quel momento diventa una funerea appendice del regime nazista. Il centenario della marcia su Roma, comunque, non è l’unico punto all’ordine del giorno della sezione Anpi di Barcellona. C’è da supportare la richiesta del cessate-il-fuoco in Ucraina e di una conferenza internazionale di pace; non c’è solo la partecipazione alla manifestazione nazionale del 5 novembre, ma anche le implicazioni di impegno locale. Un impegno che va proseguito è poi quello sul piano educativo-formativo, mentre non si ferma la vigilanza sugli atti di vandalismo che a Barcellona si sono esplicitati con l’uso di svastiche e messaggi di suprematismo bianco. In collaborazione, infine, con il Comitato provinciale si dovrà proseguire la diffusione di storie di partigiani e resistenti, che nella provincia di Messina non furono pochi.