“Restiamo increduli nel leggere il programma della nuova stagione del Teatro Vittorio Emanuele di Messina, presentata sabato in conferenza stampa” – affermano il Segretario Generale Slc Cgil Messina Antonio Di Guardo e il Responsabile del Dipartimento produzione culturale Slc Cgil Sicilia Luigi Tabita – “La Governance del Teatro, ormai scaduta, ha deciso di organizzare la stagione per salvaguardare le sorti del Teatro, e questo potrebbe essere un bene, ma ci chiediamo dove sono finiti gli impegni presi dalla politica e le promesse fatte solo qualche mese addietro in campagna elettorale? La valorizzazione degli artisti del territorio, tanto decantata, dov’è finita? Si riscontra che su 16 titoli solo una produzione è coprodotta dal Teatro di Messina con un cast di artisti di fuori e un solo giovane attore messinese. I restanti titoli sono spettacoli ospiti, per lo più frutto di scambi. Praticamente il Teatro Vittorio Emanuele viene utilizzato solo ed esclusivamente come contenitore, come peraltro già denunciato più volte dalla nostra O.S. Durante la campagna elettorale c’eravamo fatti promotori di un’iniziativa che, con l’impegno di tutti i candidati a sindaco della città metropolitana di Messina, voleva mettere al centro la cultura e i tanti artisti messinesi per il rilancio della città” – continuano i due sindacalisti -“ma perché si continua, nonostante le nostre ripetute sollecitazioni, a non valorizzare gli artisti messinesi che sono sempre più costretti ad emigrare?
Perché le compagnie messinesi devono essere premiate e gratificate fuori dal territorio e non trovano mai il giusto spazio e riconoscimento a Messina, se non per piccoli progetti collaterali? Inoltre la grave chiusura alla prosa della sala Laudamo, da noi evidenziata nei mesi scorsi, acuisce la condizione di disoccupazione delle tante lavoratrici e lavoratori. Chiediamo quindi “- concludono Di Guardo e Tabita – “che si convochi al più presto un tavolo con il sindaco ed il nuovo assessore di riferimento, in attesa che si nomini una nuova Governance del Teatro che non sia sorda alle
istanze del territorio, perché la situazione è davvero al collasso.”