“Esprimiamo apprezzamento per il varo del Decreto Assessoriale, a firma dell’assessore Di Mauro, che prevede il riutilizzo in agricoltura delle acque reflue urbane”. Lodichiara Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia – che aggiunge: “Speriamo che non sia tardivo nei suoi effetti, che venga accompagnato da un adeguato intervento sui depuratori esistenti, spesso malfunzionanti, accelerando la realizzazione di quelli previsti dal commissario unico per la depurazione, su cui attualmente gravano forti ritardi”.

E proprio per quanto riguarda i depuratori, il quadro è desolante e preoccupante. Secondo il rapporto di ARPA Sicilia, solo 151 depuratori sono autorizzati allo scarico sui 390 attivi e il 37% dei campionamenti effettuati risulta non conforme. Sono state comminate ben 154 sanzioni amministrative e 19 comunicazioni all’Autorità̀ Giudiziaria. Ancora più grave, il 62% dei depuratori siciliani controllati era privo di autorizzazioni.

La depurazione delle acque è un nodo fondamentale per affrontare la crisi climatica. La corretta lavorazione delle acque e dei fanghi di risulta consentirebbe non solo di recuperare risorse primarie in campo idrico ed energetico, ma anche di favorire la rigenerazione del suolo. Da sottolineare che, mentre alcune città come Catania sono ancora prive di funzionali sistemi fognari, l’Italia paga circa sessanta milioni di euro l’anno di sanzioni per le procedure di infrazione avviate dall’UE a causa della mancata depurazione e la Sicilia è, di fatto, la principale responsabile dei ritardi nella messa in opera delle corrette tecnologie di depurazione.

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