Il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha richiesto 239 integrazioni di documenti alla Società Stretto di Messina S.p.A, nell’ambito della valutazione del progetto del Ponte.

Per la Valutazione di impatto ambientale (Via) sono state richieste 155 integrazioni. Altre 66 integrazioni sono state richieste per la Valutazione di incidenza (Vinca), che verifica le conseguenze di un’opera sui siti Natura 2000, i siti protetti di interesse Ue. Per il Piano di utilizzo terre (Put) sono state richieste 16 integrazioni, per la Verifica di ottemperanza (Vo) 2. Lo si legge sul sito della Commissione Via-Vas del Mase.

Con una nota il ministero dei Trasporti fa sapere che “le integrazioni al progetto del Ponte sullo Stretto, richieste in sede di conferenza di servizi, saranno fornite entro 30 giorni: si tratta della normale procedura ed è corretto approfondire tutti gli aspetti di un’opera che sarà unica al mondo”.

Le richieste di integrazioni e chiarimenti “sono assolutamente congrue, per l’entità e complessità dell’Opera e per le relative interazioni con il territorio e le varie componenti ambientali”. Lo ha detto all’ANSA l’ad della società, Pietro Ciucci. “La Società ha da sempre investito sull’ambiente – ha aggiunto Ciucci – e anche in questa fase di ripresa del progetto sarà profuso ogni sforzo per ridurre al minimo gli impatti dell’opera e per garantire che la stessa sia occasione di valorizzazione dei territori e delle componenti ambientali. Nei 30 giorni previsti dal procedimento, la Stretto di Messina, insieme a Eurolink, predisporrà tutte le integrazioni e chiarimenti richiesti”.

Con la richiesta di integrazione di documenti il Mase evidenzia tutte le criticità del progetto relativo al Ponte dello Stretto. Lo afferma il Codacons, che dopo l’intervento a gamba tesa del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica si appella alla Corte dei Conti affinché verifichi possibili danni sul fronte erariale. “La Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente ha evidenziato come il progetto non sia affatto definitivo e ha richiesto un lungo elenco di documenti che toccano i più disparati aspetti, da quello ambientale al tema della sicurezza, nonché un’analisi più approfondita dei costi e dei benefici dell’opera”, spiega il Codacons.

“Un intervento che ci preoccupa molto perché sottolinea come qualcosa non quadri sul fronte del progetto sul Ponte che il Governo ha lanciato come definitivo, ma che potrebbe fermarsi qualora i documenti richiesti dal Mase dovessero rilevare incongruenze, carenze, omissioni o errori – afferma il presidente Carlo Rienzi – Uno stop che arriverebbe dopo una spesa da centinaia di milioni di euro già sostenuta dallo Stato per l’opera: per questo, e senza assumere alcuna posizione ideologica sul progetto, riteniamo ci siano gli estremi per un intervento della Corte dei Conti affinché predisponga tutti i controlli necessari tesi a verificare il configurarsi di possibili sprechi di denaro pubblico a danno della collettività, sanzionando gli eventuali responsabili”, conclude Rienzi.

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