Sollevando un tombino lungo la statale 113 che collega Casteldaccia a Palermo, una strada larga appena una decina di metri con villette su entrambi i lati, tre operai si sono calati all’interno del locale della fogna, profondo circa 5 metri, per effettuare lavori di manutenzione per conto della ditta Quadrifoglio Srl, che aveva vinto l’appalto dell’Amap, l’azienda municipalizzata di Palermo.

Ma subito dopo avere fatto i primi scalini, con la pompa ancora in mano, i tre si sono sentiti male perdendo i sensi.

Non sentendoli, altri due colleghi, sempre scendendo dal tombino, hanno raggiunto il solaio in cemento per capire cosa stesse succedendo, ma anche loro sono rimasti intrappolati: l’idrogeno solforato, dieci volte sopra il limite consentito, li ha storditi subito. Un sesto operaio che si trovava all’esterno s’è precipitato per soccorrerli ma subito dopo avere inalato il gas killer è riuscito a risalire in superficie, salvandosi, anche se le sue condizioni sono gravi, ed è ricoverato al Policlinico di Palermo.

E’ il drammatico bilancio dell’ennesimo incidente sul lavoro, avvenuto ad appena cinque giorni dal primo maggio e dal discorso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E’ proprio il Capo dello Stato, da New York, auspica “che sia fatta piena luce sulle dinamiche dell’incidente”. 

“Ma l’ennesima inaccettabile strage sul lavoro – dice Mattarella – deve riproporre con forza la necessità di un impegno comune che deve riguardare le forze sociali, gli imprenditori e le istituzioni preposte”. I vigili del fuoco, che sono intervenuti con tre squadre più alcuni volontari dopo la chiamata al 112 arrivata alle 13.48, hanno recuperato i cinque corpi degli operai con l’ausilio della squadra dei sommozzatori che si sono immersi nella melma della vasca, di circa 80 centimetri. “Ci sono indagini in corso, posso dire solo che gli operai non avevano le maschere di protezione e quando li abbiamo recuperati erano già deceduti nonostante i tentativi del personale sanitario di rianimarli”, ha detto ai cronisti il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Palermo, Girolamo Bentivoglio Fiandre. 

Chi sono le vittime della strage, 4 i sopravvissuti, uno è grave

Questi i nomi delle cinque vittime della strage: Epifanio Alsazia, 71 anni, il contitolare della ditta Quadrifoglio; Giuseppe Miraglia 47 anni, Roberto Raneri, di 51 anni, Ignazio Giordano, di 57 anni e Giuseppe La Barbera.

Sono quattro gli operai sopravvissuti. Un operaio della società Quadrifoglio group è ricoverato in ospedale in terapia intensiva al Policlinico di Palermo: Domenico Viola, di 62 anni, di Partinico. Le sue condizioni sarebbero gravi. Gli altri tre sono Giovanni D’AleoGiuseppe Scavuzzo, 39 anni e Paolo Sciortino, 35 anni. Il primo è stato portato al pronto soccorso dell’ospedale Policlinico, gli altri due al pronto soccorso di Termini Imerese. Le loro condizioni non destano preoccupazioni.

in condizioni gravissime l’operaio in ospedale

Casteldaccia:  Indagini della procura di Termini sulle responsabilità PALERMO “Le condizioni sono gravissime per il danno multiorgano da tossicità diretta e da insufficienza polmonare con distress respiratorio”. Così i sanitari del Policlinico di Palermo sulle condizioni di Domenico Viola, 62 anni, l’operaio ricoverato in terapia intensiva in seguito alla strage avvenuta ieri a Casteldaccia nel corso di alcuni lavori alla rete fognaria. Viola è stato l’ultimo ad entrare tra i cunicoli e il primo ad essere preso dai vigili del fuoco e intubato dai sanitari del 118. A scampare alla tragedia, costata la vita a cinque colleghi, sono stati Giovanni D’Aleo, 44 anni, Giuseppe Scavuzzo, 39 anni, e Paolo Sciortino, di 35. I tre sono stati sentiti dagli agenti della squadra mobile di Palermo che indagano coordinati dalla procura di Termini Imerese diretta da Ambrogio Cartosio. Gli investigatori stanno cercando di ricostruire tutto quello che è successo in quelle drammatiche ore a Casteldaccia per accertare le responsabilità della tragedia. I vigili del fuoco i primi ad arrivare insieme ai sanitari del 118 hanno trovato i corpi delle vittime senza maschere. Una grave mancanza in operazioni delicate come quelle che stava compiendo la Quadrifoglio Group srl per conto dell’Amap. Gli stessi vertici dell’azienda partecipata del Comune di Palermo non riescono a spiegare una simile leggerezza. La presenza di gas letali per liberare le ostruzioni nelle fognature è nota. Oltre agli operai sono stati sentiti anche il direttore dei lavori e il responsabile della sicurezza. I corpi delle cinque vittime Epifanio Alsazia, 71 anni di Partinico, contitolare della ditta Quadrifoglio group srl di Partinico, che aveva vinto l’appalto dell’Amap; gli operai Giuseppe Miraglia, 47 anni, originario di San Cipirello (Palermo), Roberto Raneri, 51 anni di Alcamo (Trapani), Ignazio Giordano, 59 anni (Partinico) e Giuseppe La Barbera, 28 anni, di Palermo (lavoratore interinale dell’Amap) sono stati portati all’istituto di medicina legale del Policlinico. Si dovranno eseguire le autopsie sui corpi per accertare le cause della morte quasi certamente provocata dall’idrogeno solforato che hanno respirato e che si trovava in una concentrazione dieci volte superiore ai limiti in quei cunicoli.

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