Nei primi sei mesi del 2024 oltre 145 mila famiglie siciliane, corrispondenti a circa 390 mila cittadini, hanno ricevuto l’Assegno di inclusione (Adi), una delle misure varata dal governo Meloni per sostituire il Reddito di cittadinanza. L’importo medio mensile è stato di 635 euro. Altre 17 mila persone hanno beneficiato del Supporto per la formazione e lavoro (Slf), pensato per aiutare i cosiddetti “occupabili” a trovare un impiego.

Sono i dati dell’Osservatorio sulle misure di contrasto alla povertà e di inclusione sociale dell’Inps, numeri che fanno dell’Isola la seconda regione in Italia per richieste di sussidi dopo la Campania.

In Italia, scrivono i tecnici dell’Istituto nazionale di previdenza sociale, nel primo semestre dell’anno “sono state accolte quasi 700 mila domande relative all’Assegno di inclusione, che fanno riferimento ad altrettanti nuclei familiari e che coinvolgono circa 1,7 milioni di cittadini”. Per quanto riguarda il Supporto formazione lavoro “sono state 96 mila le persone a cui è stata accolta la domanda ed erogata la prestazione”.

Da gennaio di quest’anno, il Reddito di cittadinanza è andato in pensione lasciando il passo all’Assegno di inclusione. A richiederlo sono ancora le famiglie del Mezzogiorno, scrive l’Istituto nazionale di previdenza sociale. “I nuclei beneficiari si concentrano nelle regioni del Sud e nelle Isole, raggiungendo il 69% del totale; seguono le regioni del Nord con il 18% ed infine quelle del Centro con il 13%”. Dati che confermano un Paese spaccato a metà. La prima regione in Italia per richieste, come detto, è la Campania, dove le famiglie che hanno ottenuto l’Adi sono state quasi 170 mila, mentre i beneficiari del Slf hanno superato quota 27 mila. Seguono la Sicilia e la Puglia, dove i beneficiari dell’Assegno di inclusione sono quasi 68 mila, mentre coloro che ricevono il Supporto per la formazione e il lavoro sono 11.500.

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