“Lo sciopero e il blocco delle attività nei siti culturali e nei musei della Sicilia non sono più una minaccia, ma una necessità”.
E’ quanto sostengono i sindacati al fianco dei lavoratori Asu che ieri, ancora una volta, si sono dati appuntamento a Palermo con un sit in di protesta. Hanno chiesto invano di essere ricevuti dal Governo regionale. “Chi ci governa – afferma la nota sindacale – deve capire che non può continuare a giocare con la vita e la dignità dei lavoratori. Chiediamo con forza un intervento immediato e risolutivo. La stabilizzazione dei lavoratori ASU dei Beni Culturali non è più rinviabile. È tempo che il Governo regionale si assuma le proprie responsabilità, mantenga le promesse fatte e dia seguito alla volontà espressa dal Parlamento regionale. La cultura siciliana, patrimonio inestimabile della nostra terra, non può essere ostaggio dell’incompetenza e dell’indifferenza di chi dovrebbe invece tutelarla e valorizzarla. Il Governo regionale, che più volte ha promesso la stabilizzazione di questi lavoratori, ha scelto di nascondersi dietro porte chiuse, ignorando le legittime richieste di chi chiede solo dignità e sicurezza lavorativa. Le promesse, evidentemente, erano solo parole vuote, gettate al vento per placare gli animi e guadagnare consensi”.
Nel pomeriggio, poi, in Prefettura, si è tenuto un incontro tra le organizzazioni sindacali e il Dipartimento Beni Culturali, nel tentativo di conciliare le parti ed evitare lo sciopero e il blocco di tutte le attività lavorative presso i siti e i musei dell’isola.
“L’esito di questo incontro – afferma la nota dei sindacati – è stato, se possibile, ancora più deludente e frustrante. L’Amministrazione regionale, rappresentata dall’ingegnere La Rocca, Dirigente Generale del Dipartimento Beni Culturali, ha dato prova di un’incredibile incompetenza unita a una superficialità nel trattare la materia. Invece di presentare soluzioni concrete, ha cominciato ad elencare norme e leggi dello Stato solo apparentemente attinenti alla stabilizzazione delle unità lavorative dei Beni culturali siciliani. Questo tentativo di nascondersi dietro cavilli legali è l’ennesima prova di una burocrazia regionale sempre più dilagante che blocca l’applicazione di leggi regionali. Questa farsa non può più essere tollerata. I lavoratori ASU dei Beni Culturali non sono pedine da spostare a piacimento sulla scacchiera della politica regionale. Sono professionisti che meritano rispetto, un futuro certo e chiedono l’immediata applicazione di una legge votata da tutti i parlamentari regionali a gennaio scorso ancora pretestuosamente inapplicata. Di fronte a questa vergognosa situazione, non ci resta che intensificare la nostra lotta”.
Si fa, quindi, sempre più concreta l’ipotesi di uno sciopero dei circa 200 lavoratori Asu che, in quasi tutti i siti archeologici e museali della Sicilia, ne consentono l’apertura a beneficio, soprattutto, del settore turistico.

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