Nel corso di una conferenza stampa convocata ieri pomeriggio presso la sede dell’assessorato Regionale della Salute, l’assessore Giovanna Volo, in merito all’episodio del paziente del Pronto Soccorso di Patti la cui gamba è stata stabilizzata con l’ausilio di cartoni, ha affermato che “Sia dall’indagine interna che dall’attività della commissione nominata dall’assessorato, è venuto fuori che le maggiori responsabilità sul caso sono da attribuirsi al medico di guardia. Soprattutto – ha proseguito l’assessore – è venuto fuori che la decisione di costruire questo presidio improvvisato, non era assolutamente confacente a quello che era il danno riportato dall’incidente del paziente. Una cosa che mi preme molto sottolineare è che nella cartella clinica non c’è traccia né della proposta di trasferimento all’ospedale di Milazzo, che il medico di guardia sostiene di aver fatto, né tanto meno della risposta negativa del paziente. Laddove il paziente rifiuta un trasferimento che viene consigliato,  questo rifiuto va assolutamente riportato nella cartella clinica che va controfirmata dal paziente, ciò a tutela di tutti!”.

Una responsabilità individuale, quindi, alla quale si aggiungerebbe la mancata segnalazione sulla necessità di richiedere i dispositivi medici monouso per l’immobilizzazione degli arti. Sono queste le conclusioni dell’ispezione svolta dalla commissione incaricata dall’assessore regionale alla Salute, lo scorso 2 agosto, su indicazione del presidente della Regione Renato Schifani.

“Nel magazzino del pronto soccorso c’erano tutti i dispositivi necessari per immobilizzare correttamente l’arto del paziente – ad affermarlo nel corso della conferenza stampa è il direttore generale dell’Asp di Messina Giuseppe Cuccì.- Sarebbe bastato chiamare il caposala. Abbiamo verificato che c’erano 4 stecche rigide che potevano essere regolarmente utilizzate insieme alle bende. Sarebbe bastato rispettate le linee guida. Aggiungo, ed è un altro elemento molto importante, che c’era stata una precisa indicazione del radiologo di richiedere una consulenza ortopedica a Milazzo, dove c’è un’unità operativa di ortopedia attiva 24 h su 24h, mentre a Patti c’è un servizio di ortopedia attivo solo nelle ore diurne.”

Le carenze sul referto pare siano state motivate dal medico a causa delle condizioni di sovraffollamento in cui si trovava in quel momento il pronto soccorso di Patti. Anche su questo sono in corso delle verifiche. Ora sarà l’Azienda Ospedaliera di Messina, con i propri organi interni, a fare le valutazioni per individuare i provvedimenti disciplinari a carico del medico.

“Abbiamo ritenuto necessario convocare questa conferenza stampa per ristabilire la verità di fatti – afferma il dirigente generale del dipartimento per la pianificazione strategica Salvatore Iacolino. – Quando un sistema che si avvale di 53 mila professionisti che lavora in trincea, con i problemi che sappiamo, fra cui quello della carenza del personale, viene messo in discussione nella sua interezza per un episodio, bisogna attivarsi subito per restituire a questo personale sanitario la dignità e la reputazione che merita. Siamo andati al di là del caso specifico e abbiamo deciso di istituire una commissione di valutazione conoscitiva che girerà tutti i pronto soccorso siciliani, non con finalità meramente ispettive, ma per verificare e per concordare con le strutture ospedaliere come rafforzare e migliorare i servizi di emergenze e urgenza. L’obiettivo è quello di rivedere la rete ospedaliera. Contiamo entro fine anno di proporre la nuova offerta complessiva delle strutture di diritto pubblico e di diritto privato convenzionato attive in Sicilia. Va fermamente ribadito che gli errori personali che sono stati commessi non possono ricadere sull’immagine e sulla credibilità dell’intero sistema.”

“Partiamo da un premessa – afferma il dirigente genarle del DASOE Salvatore Requirez – è sempre possibile fare delle analisi di miglioramento partendo dagli errori. Siamo partiti da una supposizione, che abbiamo anche letto sugli organi di stampa, che mancassero i dispositivi monouso. Ebbene, come ha bene spiegato il direttore generale dell’Asp di Messina, questa carenza non c’era nel pronto soccorso Patti. Ci sono poi gli altri errori, relativi alle carenze dalla cartella clinica ed al fatto di non aver preso nella dovuta considerazione il consulto del radiologo di servizio. Si tratta di una serie di errori di tipo tecnico che, chiaramente, occorre verificare con attenzione. Ma, da quanto risulta dalle indagini fino ad ora svolte, sarebbe bastato adeguarsi scrupolosamente alle linee guida che ci sono e che tutti i professionisti della sanità devono conoscere e rispettare”.

“Anche questo caso di Patti ci fa capire quanto è importate portare a compimento la riforma della rete territoriale – conclude l’assessore Giovanna Volo. – Il caso di Patti è tipicamente un codice verde che, con la nuova rete territoriale, dovrà essere preso in carico non dai pronto soccorso ospedalieri ma dalle case di comunità, per lasciare ai pronto soccorso i casi più critici. L’aiuto dei media sarà fondamentale nel prossimo futuro per far capire alla gente che le strutture sul territorio sono presidi altrettanto validi e importanti per ricevere nei casi meno complessi cure appropriate ed evitare il sistematico sovraffollamento dei pronto soccorso.”