Palermo – “Le donne siciliane al Parlamento nazionale e regionale” è il titolo del volume presentato oggi presso la sede dell’Archivio storico dell’Assemblea Regionale Siciliana, un’iniziativa voluta dalla Commissione di vigilanza sulla Biblioteca dell’ARS, presieduta dall’on. Marianna Caronia. “Dopo decenni di progressi costanti nella rappresentanza femminile nelle istituzioni, l’ultima legislatura iniziata nel 2022 ha segnato un’inversione di tendenza con un calo del numero di donne elette a tutti i livelli istituzionali, sia nazionali che regionali.” Lo dichiara l’On. Marianna Caronia in occasione della presentazione del volume “Le donne siciliane al Parlamento nazionale e regionale”.
Dai dati raccolti emerge che, dopo un periodo di crescita costante, la XIX Legislatura ha visto una riduzione della presenza femminile in Parlamento e all’Assemblea Regionale Siciliana. In particolare, il numero di donne siciliane alla Camera dei Deputati è sceso da 26 nella XVIII Legislatura a 12, mentre al Senato si registra una flessione da 13 a 10. Anche all’Assemblea Regionale Siciliana, la diminuzione è evidente rispetto alle legislature precedenti.
La presenza femminile nelle istituzioni affonda le sue radici nella storia della Repubblica Italiana. Le prime donne siciliane elette all’Assemblea Costituente nel 1946 furono Maria Nicotra Verzotto e Ottavia Penna Buscemi, quest’ultima fu persino candidata a Capo provvisorio dello Stato. Al Senato della Repubblica, la prima donna siciliana eletta fu Giuseppina Palumbo nel 1948, mentre alla Camera dei Deputati le prime siciliane furono Margherita Bontade, Maria Nicotra Verzotto e Bianca Bianchi nella I legislatura (1948-1953).
Per quanto riguarda l’Assemblea Regionale Siciliana, le prime elette nel 1947 furono Ines Giganti in Curella, Gina Mare in Poni e Paola Verducci in Tocco, pionieriste della rappresentanza femminile nella politica regionale.
“Ripercorrere la storia della rappresentanza femminile nelle istituzioni significa ripercorrere la storia dell’emancipazione delle donne in Italia. Un cammino iniziato in salita, in un contesto in cui le donne erano considerate prive di diritti fondamentali, dalla personalità giuridica autonoma alla libertà di scelta in ambito riproduttivo, fino al diritto di voto attivo e passivo. Sarebbe tuttavia un errore considerare questo percorso pienamente concluso. Come dimostrano i dati raccolti in questo volume, siamo ancora lontani da una vera parità di genere all’interno delle istituzioni. Nonostante i progressi, la rappresentanza femminile resta minoritaria in tutti i livelli istituzionali, peraltro con un arretramento nell’ultima legislatura. Questo dato ci ricorda che le conquiste ottenute non possono essere date per scontate e che il cammino verso una democrazia pienamente paritaria richiede un impegno costante e condiviso. La politica non può permettersi di fare passi indietro nella rappresentanza di genere. Le donne non sono una minoranza da tutelare, ma una parte essenziale della società e devono poter contribuire alla vita istituzionale in maniera sempre più incisiva,” ha dichiarato l’On. Caronia.