Messina – Dovrà essere aggiornato l’elenco dell’Osservatorio femminicidi 2025: è una siciliana di Misilmeri (PA) la studentessa di 22 anni che frequentava il terzo anno del Corso di Studio triennale in Tecniche di Laboratorio Biomedico presso l’Università di Messina. Ed è a Messina, nel viale Gazzi, nel tragitto tra il Policlinico e la fermata dell’autobus che Sara ha trovato la morte. Al termine di una giornata di tirocinio come altre, mentre camminava in fretta per rientrare a casa; nella mente i pensieri di tante giovani donne che s’impegnano a costruire il proprio futuro, fatto di professione e sentimenti, ma nel cuore un’ansia mista a paura, forse premonitrice di ciò che a breve le avrebbe tranciato la vita.

Dai giornali si apprende che i “particolari sulle indagini saranno forniti nel corso di una conferenza stampa che si terrà al Palazzo di Giustizia della città dello Stretto alle 11”. Qualunque siano questi dettagli sui fatti, la sostanza non cambierà: un’altra donna è stata uccisa per mano di un uomo che non accettava di non essere ricambiato.

Una violenza avvenuta per strada, tra passanti colti di sorpresa ad assistere ad un omicidio sotto i propri occhi, increduli e impotenti. In un pomeriggio piovoso d’inizio primavera, di un lunedì come tanti, su un tratto di marciapiede affollato da gente qualunque che vive il quotidiano, tra mille impegni e preoccupazioni; in una zona trafficata per la presenza di un Policlinico e un Pronto Soccorso, luoghi di cura e sofferenza, dove i medici si adoperano per salvare vite e le persone vanno a dare conforto agli ammalati. I messinesi conoscono quel grande polo universitario ed è difficile immaginare come sia potuto accadere un fatto così tragico in mezzo a tanta vitalità. I genitori tremano a sentire notizie del genere e tutti s’interrogano sulle cause di questa incontenibile violenza. Quesiti senza tempo e senza risposte. Eventi, però, di cui ciascuno si sente responsabile. Irrazionalmente, forse, ma ognuno di noi prova un senso di colpa nell’apprendere tali notizie. Concludo con le parole del sindaco di Messina e della Rettrice dell’Ateneo: “Sono senza parole – ha detto il sindaco Federico Basile -. La città è stata scossa da una tragedia immensa: Una giovane vita è stata spezzata in modo brutale. La violenza di questo gesto ci lascia increduli e profondamente addolorati”. “L’università di Messina – ha aggiunto la rettrice Giovanna Spatari – si stringe attorno ai familiari, agli amici e ai colleghi Di Sara. Quando una vita viene spezzata in un modo così brutale, la nostra sofferenza è ancora più acuta”.

Linda Liotta


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